Lord Greystoke vive a Londra, nell’elegante dimora di famiglia, con la moglie Jane. Quando il governo lo invita a tornare in Congo, rifiuta: Tarzan, dice, non c’è più. Il suo nome, ora, è John Clayton III. Saranno le pressioni dell’afroamericano George Washington Williams, deciso a provare la colpevolezza del Belgio in materia di schiavitù, e la richiesta di Jane, a farlo decidere per un ripensamento. In Africa, lo aspettano gli amici animali, ma anche vecchi e nuovi nemici.
Pallido, quasi lugubre, e però scattante all’occorenza e appassionato nel bacio sul collo: il Tarzan di Alexander Skarsgard si fa avanti come se provenisse direttamente dalla Bon Temps di True Blood. Sappiamo che gli abiti pluristratificati che lui e Margot Robbie indossano quando facciamo la loro conoscenza sono destinati a ridursi del 90%, ad un paio di pantaloncini strappati e poco più. La domanda, allora, è: come racconterà David Yates questa trasformazione? E la risposta passa dal sentiero recentemente battuto dal Libro della Giungla per approdare al superhero-movie.
Procede dunque parzialmente a rovescio, The Legend of Tarzan, non verso la civilizzazione dell’enfant sauvage cresciuto dalle scimmie ma verso un ritorno alla natura intesa come luogo di lealtà, di lotta senza trucchi, di fecondità. Il film, che in fin dei conti diverte e intrattiene quanto basta, o di poco sotto la soglia, soffre però anche di qualche malattia della pelle, ovvero di alcuni difetti visibili in superficie, tra i quali una computer grafica non eccellente (niente a che vedere con l’eleganza e la misura del film di Favreau, e con l’emozione che ne derivava), e una trasudante preoccupazione per il politicamente corretto, da cui la tematica anticolonialista e il radicamento nella verità storica dello scontro tra l’ex soldato della Guerra Civile G.W. Williams e Leopoldo II re del Belgio.
Al fondo, però, il Tarzan di Yates è anche una commedia del rimatrimonio e soprattutto un ritorno al primigenio carattere americanissimo del personaggio di E. R. Burroughs, concepito già in chiave pop, a metà tra il mito del Far West e quello di Superman, tra fumettone ecologista e impavido sprezzo del ridicolo.
The Legend of Tarzan
“Yates opta per il super-hero movie e racconta la trasformazione di Lord Greystoke in Tarzan„