Grosso guaio nella terra dei puffi: Puffetta sta attraversando una crisi di identità, arrivando a porsi la domanda cruciale su cosa sia, di fatto, una puffetta, perché è l’unica femmina in un villaggio di soli maschi, ed è stata creata dal perfido Gargamella come creatura malvagia (anche se poi il Grande Puffo l’ha trasformata nell’adorabile biondina che tutti conosciamo). Mentre Gargamella con il suo pentolone produce bloccasfere per catturare i puffi, rubare loro l’energia e diventare il mago più potente del mondo, Puffetta si imbatte in un suo simile che non appartiene al villaggio capitanato dal Grande Puffo, e che sostava proprio a ridosso di quel muro che separa le terre conosciute dai puffi dalla foresta loro proibita. Incautamente Puffetta svela quindi a Gargamella l’esistenza di un altro villaggio di puffi che potrebbe diventare per lui una fonte di energia ancora più appetibile, e il senso di colpa che prova per essersi lasciata sfuggire quell’informazione dà inizio al suo lungo viaggio per avvisare il villaggio sconosciuto della minaccia incombente, con un po’ di aiuto da parte dei suoi amici.
La prima novità è che questo episodio delle avventure degli strani ometti blu è tutto virato al femminile, non solo perché l’eroina è la bionda Puffetta, anche se fiancheggiata da Forzuto (che si candida come suo prossimo fidanzato), Tontolone e Quattrocchi, ma anche perché il secondo villaggio dei puffi è una società muliebre guidata da Mirtilla, in pratica la versione femminile del Grande Puffo.
L’altra novità è la velocità delle riprese, che nelle sequenze in cui il “team puffi” (come Forzuto chiama il quartetto in cerca dell’altro villaggio) fuggono attraverso una coloratissima (e pericolosissima) foresta, lungo fiumi rigonfi o ponti sospesi, è davvero mozzafiato: una scivolata in skateboard dà l’avvio alle danze e da quel momento l’azione sarà a rotta di collo. Ma a conquistare i più piccoli per cui I puffi – Viaggio nella foresta segreta è inteso saranno soprattutto l’ironia goffa e accessibile degli ometti blu e l’insicurezza della protagonista, che teme di non essere “un vero puffo” e, come il brutto anatroccolo, trova invece un’intera popolazione nella quale finalmente identificarsi.
La combattiva vegetazione della foresta, la coccinella che fa i selfie, gli insetti sputafuoco, i brilla bunny creano un mondo magico al di là del muro che ha sempre trattenuto i puffi entro i confini rassicuranti (ma anche limitanti) del loro villaggio. E Gargamella si conferma cattivo da operetta, persino agli occhi del ben più smaliziato gatto Birba. Ai piccolini l’avventura del “team puffi” piacerà, ai loro genitori forse scapperà qualche sbadiglio.