Ad Adventure City arriva una nuova minaccia: la scienziata Victoria Vance (guai a chiamarla pazza però) vuole attirare un meteorite per studiarne le potenzialità. Questo finisce sulla sede della Paw Patrol, ma l’apparente distruzione nasconde un segreto: i cristalli contenuti nel meteorite conferiscono ai cuccioli dei superpoteri, grazie ai quali potranno sventare i piani di Vance in combutta con il redivivo sindaco Humdinger.
La diramazione cinematografica dell’universo dei Paw Patrol, cuccioli popolarissimi presso i bimbi in età prescolare, segue un percorso parallelo rispetto alla serie tv.
Paw Patrol: Il Super Film è infatti il sequel diretto di Paw Patrol – Il film, con il bassotto Liberty come personaggio ricorrente e la metropoli Adventure City come ambientazione, al posto della classica località di villeggiatura Adventure Bay. Per il resto i personaggi sono quelli conosciuti e amati dai piccoli spettatori: Ryder e i suoi cuccioli tuttofare – Chase il poliziotto, Marshall il pompiere, Rubble lo scavatore, Rocky il riciclatore, Zuma il sommozzatore e la piccola Skye, addetta ai salvataggi aerei.
Proprio quest’ultima è la protagonista di Paw Patrol: Il Super Film, come Chase lo era del predecessore, e il secondo capitolo si configura come una storia di riscatto, per una cockerina abbandonata dalla famiglia di origine e costretta sempre a combattere contro il complesso infantile di essere la più minuta e trascurata del branco. Il potere dei cristalli la renderà finalmente dominante, ma le impartirà anche alcune lezioni di vita sulla necessità di lavorare in gruppo e fidarsi degli amici.
Rispetto al film precedente, Paw Patrol: Il Super Film accenna qualche spunto narrativo che provi timidamente a uscire dal rigido pattern degli episodi della serie tv. Il dramma vissuto da Skye e quello di Liberty, unici due personaggi femminili della supersquadra canina, introduce una sfumatura malinconica e di maggiore approfondimento psicologico (sempre per i parametri di Paw Patrol), appena mitigata dalle goffaggini del goloso bulldog Rubble o dalle autolesionistiche malefatte di Humdinger (vestito di viola e perennemente sfigato, proprio come il mitico Dick Dastardly dei cartoni di Hanna & Barbera).