
Mathieu è un attore che ha abbandonato nella fase delle prove quella che avrebbe dovuto essere la sua prima esperienza teatrale. È andato a cercare rifugio in un spa in una cittadina della Francia occidentale che si affaccia sul mare. Lì ritrova, in modo del tutto inatteso, Alice con cui aveva avuto una relazione quindici anni prima.
L’incontro a distanza di molto tempo tra due persone che si erano amate letto in una località marittima in un periodo dell’anno fuori stagione. Come le loro vite?
Brizé afferma di aver pensato a questa storia nel periodo del Covid avvertendo in modo del tutto particolare un senso di profonda precarietà. Apparentemente, nel suo film, a trovarsi inizialmente in una condizione precaria è solo Mathieu che ha lasciato a piedi (come si dice in gergo) l’intera compagnia che contava sul suo nome a l’affiche (come dicono in Francia) per il nuovo spettacolo. La motivazione è quella che nel passaggio dallo schermo al palcoscenico avrebbe potuto fare una brutta figura. Le sequenze iniziali, con le piccole complicazioni di adattamento alla Spa e con quelle create dalla notorietà, sembrano voler indirizzare il film su un registro da commedia, per quanto raffinata.
Il clima cambia quando Mathieu viene raggiunto da Alice, di origini italiane, che ha saputo della sua presenza e che ora vive lì con un marito medico e una figlia. Tornare a ripensare al passato e scoprire da parte di entrambi un senso di smarrimento nei confronti del presente sembra essere una conseguenza inevitabile.
Brizé ne fa emergere progressivamente i due differenti approcci alla vita. Mentre Alice si è ritirata nel suo bozzolo di moglie e insegnante di piano Mathieu ha sposato una star del telegiornale ed è un attore molto noto. Ma è proprio un pianoforte ad un certo punto ad offrire una lettura simbolica delle loro esistenze: i tasti suonano una musica senza che ci siano delle mani a sfiorarli. È quanto in fondo è accaduto ad entrambi. Hanno continuato ad eseguire il loro spartito senza che ci fossero le mani dell’altro a stabilirne la giusta armonia. Un’armonia che ora sembrerebbe da cercare nuovamente se non fossero intervenuti un distacco e tre lustri di lontananza.