Denni (con la i) ha dieci anni, un padre violento e una madre che ne incassa le botte. Il bambino coltiva il desiderio di mettere la mamma in salvo, e quando la sua amica Eva gli racconta di avere un cugino killer a pagamento pensa di aver trovato la soluzione ideale. Dunque Denni avvicina il cugino di Eva, soprannominato il Secco, e lo incarica di fare fuori papà, promettendogli un compenso che il bambino preleva dalla cassaforte del padre. Ma il Secco è solo un piccolo delinquente che ha causato l’incarcerazione del fratello maggiore a causa della sua imbranataggine e vigliaccheria, e dunque non sembra il tipo più adatto a portare a termine l’incarico. Però i soldi gli farebbero comodo, dunque promette il suo aiuto a Denni, e intanto lo mette al riparo dai bulletti del quartiere che gli avevano rubato la bicicletta. Fra i due non può che nascere un sodalizio, che arriverà a conclusioni inaspettate.
Io e il Secco è l’opera prima di Gianluca Santoni basata su un soggetto (vincitore del Premio Solinas) e una sceneggiatura scritti con Michela Straniero.
L’originalità della storia, che racconta la violenza domestica ad altezza di bambino, ha attirato al progetto professionalità consolidate come Damjan Radovanovic alla direzione della fotografia e Desideria Rayner al montaggio, oltre a Barbara Ronchi e Andrea Sartoretti nei ruoli dei genitori di Denni, e Swamy Rotolo, fresca del David di Donatello per A Chiara, in quello minore ma importante di Marta.