I SOLITI IGNOTI

Una proposta Ass. Il Carro - L' Atipico nel quadro della rassegna "IL NOSTRO CINEMA. LE ASSOCIAZIONI PROPONGONO UN FILM"
I SOLITI IGNOTI

 

In collaborazione con Ass. Il Carro e L’Atipico nel quadro della rassegna “IL NOSTRO CINEMA. LE ASSOCIAZIONI PROPONGONO UN FILM”

Interviene in sala il critico cinematografico Simone Rossi

 

Gassman è Peppe, un pugile balbuziente in disarmo, Mastroianni è Tiberio, che bada al pupo mentre la moglie è in prigione, Salvatori è Mario, perditempo bonaccione che si fa mantenere dalle vecchie zie, Murgia è Ferribotte, siciliano geloso della sorella Carmela (Claudia Cardinale), Pisacane è Capannelle, dalla storica fame arretrata. Poi c’è Totò, il “maestro”. Si presenta l’occasione per un colpo facile: scassinare una cassaforte in tutta tranquillità, sfondando un sottile muro che divide un’abitazione privata dal monte dei pegni. La “banda” prepara tutto come ha visto fare nei film, usa tutti i mezzi necessari (Gassman all’occorrenza seduce Carla Gravina, anche se poi non servirà), riprende persino (con cinepresa rubata) il luogo del colpo. Alla fine agiscono, aprono porte e sfondano il muro, solo che per un insignificante cambio di mobili si trovano nella cucina dello stesso appartamento. Nel frigorifero c’è pasta e ceci. Siedono al tavolo e… cenano. Val la pena di fare altri nomi: Age, Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico alla scrittura. E naturalmente Monicelli alla regia. Capolavoro per molte ragioni. Il “comico” che diventa “cosa seria”, non solo espressione di gag estemporanee o di gestacci scontati e conosciuti; Gassman, fino allora noto per i classici in teatro o per ruoli di cattivo (alla Riso amaro), che diventa un attore comico, e continuerà su quella strada ( La grande guerra, Brancaleone, Il sorpasso); la forza irresistibile di certi caratteri, Murgia e Pisacane, che divennero precedenti imprescindibili; la capacità del film di rappresentare, col sorriso-un-po’-triste, quel momento storico difficile ma che forse sarebbe stato abbastanza felice, e che poi in effetti lo fu. Non si contano i remake, anche a Hollywood. Sarebbe seguita la stagione della cosiddetta commedia italiana, capace (quasi) di riproporre la straordinaria qualità e importanza del movimento neorealista di vent’anni prima. La memoria del cinema rimanda alcune sequenze magnificamente storiche: la lezione di cassaforte di Totò, Gassman balbuziente che conta il tempo e dieci secondi diventano un minuto, il muro interno sfondato per niente. I soliti ignoti rappresenta quel “sorriso intelligente” che è un’opzione primaria e benemerita del cinema: da Chaplin a Tati, da Wilder a Allen. Con questo Monicelli siamo da quelle parti e a quei livelli. Ma c’è dell’altro. Il film, rivisto oltre quarant’anni dopo, non ha perso vedibilità. Anzi, adesso si ritrova cinque stelle, da quattro che ne aveva nella prima edizione del “Farinotti”.

Nel 1958 I soliti ignoti avrà un successo enorme. Il film, opera apparentemente di puro intrattenimento, ma in realtà incisiva testimonianza sulla gente rimasta tagliata fuori dal boom economico – riunisce personaggi di primissimo piano: per la sceneggiatura i migliori specialisti della commedia, Age e Scarpelli, insieme a Suso Cecchi d’Amico, il direttore della fotografia di Antonioni e di Rosi, Gianni Di Venanzo, il costumista e scenografo di Fellini, Piero Gherardi, e un musicista famoso per le sue composizioni ispirate alla musica jazz, Piero Umiliani; per non parlare di un cast eccezionale, con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni – due attori della troupe di Visconti che si ritrovano insieme, in due ruoli grotteschi –, Renato Salvatori, Claudia Cardinale, Carla Gravina e, vera icona della commedia popolare, Totò. Mastroianni riprende un personaggio ben rodato. Con un basco in testa e un braccio ingessato, interpreta il bravo ragazzo, un po’ ingenuo che si deve occupare del bimbo perché la moglie è in prigione per contrabbando di sigarette. Non è un personaggio buffo, ma le sue reazioni maldestre fanno ridere. È lui alla fine che si prende gioco dei suoi compagni di sfortuna, gli scassinatori di casseforti incapaci di portare a termine il tentativo di rapina, a cui non resta altra alternativa che andare a lavorare. (Jean A. Gili)
SPETTACOLI del 14 gennaio
CINEMA TEATRO CESARE CAPORALI - Piazzetta San Domenico, 1 - Castiglione del Lago (PG)
martedì 14
  • 17:00
  • 21:00
I SOLITI IGNOTI