Una grande famiglia, che come tutte ha parenti che si vedono spesso e altri che non si vedono quasi più, si ritrova tutta insieme per festeggiare le Nozze d’Oro dei nonni Alba e Pietro sull’isola dove questi si sono trasferiti a vivere, in una splendida villa con vista sul golfo. Un’improvvisa mareggiata blocca l’arrivo dei traghetti e fa saltare il rientro previsto in serata costringendo tutti a restare sull’isola, dove dovranno convivere per tre giorni e a fare i conti con loro stessi, con il proprio passato, le gelosie, i tradimenti, e inaspettati colpi di fulmine.
Racconto la storia perversamente ironica di una famiglia estesa, che si cela dietro una grande maschera di ipocrisia finché non “scoppia” la vita. Il film esplora più generazioni, compresa l’adolescenza, e più classi sociali. Gli altri film erano pezzetti di un affresco da diverse angolazioni anche generazionali. Qui il ritratto è completo.
Anche se l’isola non avrà nome, il film è stato girato a Ischia, perché «serviva un’isola così: piena di angoli suggestivi e logisticamente pratica», spiega Muccino che aggiunge un valore fortemente personale alla scelta della location: «Mia madre è nata a Ischia. Io ci ho trascorso l’infanzia, ma mi legava all’isola il ricordo, terribile, del morso di un cane. Non ci ero più tornato. Cercavamo per il film un luogo in grado di rivelare un paradossale contrasto tra la bellezza della natura e una prigionia forzata per il mare agitato: l’abbiamo trovato qui. Dove ho appena scoperto da mio padre di essere stato concepito».
Estremamente nutrito con il cast con attori a partire da Stefania Sandrelli e Ivano Marescotti nel ruolo dei nonni. Per Marescotti, che ha lavorato con molti grandi registi italiani come Soldini, Tullio Giordana, Luchetti, Benigni, Mazzacurati e con alcuni stranieri del calibro di Ridley Scott e Anthony Minghella, si tratta della prima volta con Muccino, mentre Stefania Sandrelli, vera e propria icona del cinema italiano, aveva partecipato nel 2001 a L’ultimo bacio con un’interpretazione che le era valsa il David di Donatello e Nastro d’Argento. Legatissimo al regista è poi Stefano Accorsi, che dopo essere stato protagonista di L’ultimo bacio è tornato a lavorare con lui nel sequel Baciami ancora e ora con A casa tutti bene, dove di nuovo sembra avere la parte del leone nel ruolo di uno dei tre figli, il sodalizio tra i due arriva al terzo titolo.
Il cast è eccezionale, ognuno è stato pronto a metterci un pezzetto di sé. Si è verificata una magica convergenza, tutti hanno aderito con entusiasmo. Grandi attori per personaggi complessi che cozzano tra loro in una storia epica senza tempo. Una grande commedia umana che racconta la vita tra pathos ed emotività e lo spasmo febbrile verso una chance di felicità. La famiglia è il villaggio primordiale in cui si nasce e a cui si torna, sempre. Gabriele Muccino
Gli altri due figli sono invece interpretati da Pierfrancesco Favino e da Sabrina Impacciatore, che come Accorsi erano già stati interpreti in L’ultimo bacio e Baciami ancora. Tra gli altri parenti e consorti figurano poi molti nomi, a partire da un’altra icona assoluta del cinema italiano, la felliniana Sandra Milo, che non ha invece finora mai lavorato con il regista, così come il resto del cast: Massimo Ghini, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli, Valeria Solarino, Giulia Michelini, Gianmarco Tognazzi e Carolina Crescentini.
Muccino dopo l’esordio con Ecco fatto e il grande successo del trittico generazionale Come te nessuno mai, L’ultimo bacio e Ricordati di me, è stato catturato dalle sirene di Hollywood. Qui tutto è partito per il meglio con La ricerca della felicità, ma poi il successo ha iniziato a scemare e si è visto via via diminuire anche il controllo sui film che ha firmato da Sette anime, Quello che so sull’amore, Padri e figlie fino L’estate addosso. In mezzo ci sono stati la parentesi di nuovo italiana di Baciami ancora e il pilot di una serie americana prodotta da Hugh Jackman, il musical “Viva Laughlin”, un costoso flop cancellato da CBS dopo soli due episodi.
Ho viaggiato fisicamente ed emotivamente in luoghi lontani, scoprendo cose che mai avrei immaginato. Torno per rappresentare la mia visione sul mondo e sull’universalità delle relazioni umane. Sarà un film autentico e personale: ne avevo bisogno dopo l’avventura negli Usa, in cui ho dovuto obbedire alle regole produttive. I film sono sempre stati la mia analisi a porte aperte, da esploratore e osservatore della vita. Questa storia, sintesi di quel che ho fatto finora, è la pacificazione della mia esistenza. Gabriele Muccino
Dei suoi trascorsi americani resta un’unica traccia nel direttore della fotografia Shane Hurlbut, che per lui aveva già fotografato Padri e figlie, anche se è famoso soprattutto per film ben più ipercinetici come Terminator: Salvation, Need for Speed e Act of Valor. Alle musiche invece un’altra novità Muccino, il compositore Nicola Piovani, abituale collaboratore di Benigni, con cui ha vinto l’Oscar per La vita è bella, e di Moretti. Il regista infine dice di avere avuto come principale modello La famiglia di Scola e potrebbe continuare a raccontare i protagonisti di A casa tutti bene in una eventuale serie Tv.