Ballerina

UN FILM D'AVVENTURA VITALE E OTTIMISTA, COLORATO E ONESTO NEL CONTENUTO
Ballerina

Félicie sogna di diventare ballerina, Victor si immagina grande inventore. Orfani in Bretagna, fuggono a Parigi per realizzare i loro desideri. Con le nuove avenue del barone Haussmann e la costruzione della torre Eiffel, la Ville Lumière è in piena trasformazione. Entusiasti e ottimisti come la Parigi di fine Ottocento, comprendono presto che per vivere dei propri sogni bisogna impegnarsi molto. Aiutata da un’étoile caduta in disgrazia, Félicie trova in Odette un’insegnante e una guida per disciplinare la sua esuberanza. Tra l’esercizio della danza e il ruolo prestigioso sul palcoscenico dell’Opéra ci sono però Camille, rivale temutissima, e Madame Le Haut, implacabile madre di Camille, pronta a tutto pur di assicurare un ruolo alla figlia ne Lo Schiaccianoci. Ma nella danza come nella vita per riuscire serve il cuore.

 Ballerina, produzione franco-canadese, dà ragione a chi crede ancora che il cinema di animazione sia solo intrattenimento per bambini.

Parabola sulla forza della perseveranza, Ballerina cerca un dialogo esclusivo con l’infanzia puntando sul ritmo sfrenato, la peripezia, i capitomboli, la caricatura. Concreto e poco stratificato, il film di Éric Summer ed Éric Warin, va visto con gli occhi di un bambino. Più indirizzato, fin dal titolo, alla sensibilità femminile, Ballerina si regge sulla struttura narrativa del mito dell’orfano perseguitato che deve riscattarsi con un’impresa eroica. Nello specifico, affronta una selezione in classe, si scontra con una rivale e debutta in palcoscenico.
Energia e bellezza della protagonista non possono che coinvolgere i bambini, che sentiranno con forza maggiore i torti subiti dalla loro eroina. Inscritto nel contesto poetico dell’apprendistato artistico, coreografato addirittura da Aurélie Dupont, direttrice del balletto dell’Opéra di Parigi, Ballerina è un film d’avventura (esistenziale) vitale e ottimista che tuttavia non riesce a stimolare la fantasia, a sedimentare e a vivere una propria vita nell’immaginazione dello spettatore.

Colorato e onesto nel contenuto, trama colpi di scena a Parigi, sorpresa all’alba dell’era industriale, quando la Torre Eiffel era incompiuta e contava solo un piano, ma pratica una scrittura caricaturale dei personaggi, qualche volta grotteschi fino alla costernazione.
Dalla madre di Camille, epigono gonfiato della matrigna di Cenerentola, al principe biondo e cretino, passando per la bella danseuse ambiziosa e sprezzante, Ballerina è una galleria di cattivi senza nuance, sottigliezza o possibilità di evoluzione, che aggiungono ostacoli all’ascesa di Félicie. Tra le note di Tchaikovsky e il pop-rock, la partitura coreografica della Dupont sfida un corpo animato disarticolato e incapace di eseguire il gesto.
Splendente e prevedibile come una superproduzione hollywoodiana, Ballerina cova l’ambizione della protagonista ma non coltiva quei sentimenti contraddittori che l’avrebbero resa più umana. Più tartaruga Ninja che cigno di lago, Félicie è un corpo digitale lanciato senza grazia lungo la scalinata dell’Opéra e dentro un film che elude la meccanica del cuore e ‘ripara’ (nel)la meccanica di un carillon. Carillon che suona la stessa nota e ‘scorda’ l’alterità dell’infanzia.

Ballerina
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA