Il dono più prezioso

UN FILM DALL'ENORME VALORE: RICORDA COME IL TARLO DELLA DISUMANITÀ E DEL RAZZISMO È SEMPRE IN AGGUATO.
Il dono più prezioso

l Povero Taglialegna e la Povera Taglialegna avevano perso un figlio e non potevano più averne. Fino al giorno in cui la donna, pregando il Dio del treno che passava attraverso i campi, trovò nella neve una neonata avvolta in un telo intessuto anche con fili d’oro. Era la più preziosa delle merci di quel convoglio: gettata fuori dal padre affinché si salvasse.

Hazanavicius ci ricorda, facendo uso dell’animazione, che il tarlo della disumanità è sempre in agguato ma può trovare l’opposizione di anticorpi.

Inizia come una fiaba con una prestigiosa voce narrante nell’originale (quella di Jean Louis Trintignant) questo film in cui il regista rivisita alcune sue peculiarità. Da un lato il disegno che lo interessava da giovane e che qui lo ha visto coinvolto nel character design e dall’altro la parsimonia nell’uso delle parole che aveva toccato l’apice con il ‘muto’ The Artist.

I testi qui sono essenziali perché spetta alle immagini parlare descrivendo inizialmente una coppia di poveri in cui lei non ha smesso di credere nel miracolo. È convinta che da quel treno che attraversa le lande desolate in cui abitano dovrà prima poi arrivare un dono inviato dal Dio che domina quel mezzo di trasporto. Quando il dono arriva appare ben presto chiaro che si tratta di un’appartenente ai Senza Cuore. Così vengono definiti dalla propaganda, che ha attecchito negli animi anche di coloro che non militano esplicitamente nelle file dei razzisti. Anche il Povero Taglialegna ne è convinto ma dovrà ricredersi.

Il film di Hazanavicius (nato in una famiglia ebraica ashkenazita di origini polacche e lituane) grazie a una grafica molto delicata, su cui volutamente contrastano le figure degli esseri umani tutte contornate con evidenza, viene proposto al Festival di Cannes in un momento estremamente delicato della storia del popolo d’Israele ma proprio per questo assume più valore. Ci ricorda cioè come ognuno possa finire con l’essere assalito dal tarlo del razzismo e come nessuno possa pensarsene totalmente esente.

Il dono più prezioso
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