ANIMALI FANTASTICI – I SEGRETI DI SILENTE

IL CAPITOLO MEDIANO RIEQUILIBRA IL TONO E IL RITMO E OFFRE IL MERITATO SPAZIO A VECCHI E NUOVI PERSONAGGI.
ANIMALI FANTASTICI – I SEGRETI DI SILENTE

L’ascesa al potere di Grindelwald va fermata. Il suo proposito di trasformare il mondo magico in una platea di ciechi sottoposti e di dichiarare guerra aperta al mondo dei non maghi non deve andare in porto. Ma Silente non può attaccarlo: glielo impedisce un patto di sangue stretto in giovane età, quando il suo peggior nemico era la persona a lui più cara. Tocca dunque a Newt Scamander e alla sua squadra agire per conto di Silente: insieme al fratello Theseus, all’assistente Bunty, alla collega Lally, a Yussuf Kama e al più coraggioso dei non maghi, il pasticcere Jakob Kowalski, Newt dovrà impedire che l’inganno e il terrore abbiano la meglio nell’elezione del nuovo leader del mondo magico.

Nonostante il piano-non piano della valorosa compagnia sia quello di confondere le idee ai vertici del lato oscuro, il terzo capitolo della saga nata attorno al manuale del magizoologo è molto meno confuso del suo precedente, e questo è certamente un bene.

Ci si domanda se mai quali grandi avanzamenti comporti, ma anche si fosse trattato soltanto di dipanare e approfondire nodi già presentati, il bisogno c’era e il risultato è gradito.

Il capitolo è dedicato a Silente, fin dal titolo, e Jude Law supera brillantemente la prova, offrendo un Albus non scontato, ancora lontano dalla saggezza che lo contraddistinguerà durante il ciclo scolastico di Harry Potter, ancora imperfetto e preda delle emozioni, e persino un po’ vanesio, potendoselo permettere. Convince anche il passaggio di testimone da Johnny Depp a Mads Mikkelsen per il personaggio di Gellert Grindelwald, durante il quale si perde qualcosa della follia assicurata dal primo interprete ma si guadagna in determinazione criminale, con un Mikkelsen statuario e dagli occhi di ghiaccio che fa venire i brividi anche in campo lungo.

Tornano a godere del meritato spessore anche Newt e Jakob, ed è bello avere il tempo di rivedere l’imbarazzo e la gentile genialità del giovane scienziato, così come il lato più romantico e partigiano di Kowalski.

Quanto agli altri personaggi coinvolti non si può dire lo stesso: perfettamente funzionanti come squadra, appaiono meno definiti quando presi autonomamente, tanto che in molti casi vengono utilizzati, nei dialoghi e nelle azioni, in maniera quasi casuale e interscambiabile. Per fortuna l’apparizione di due creature fantastiche di sicuro impatto (in un caso anche comico) ristabilisce l’equilibrio.

Godibile anche se non proprio scoppiettante, più caldo del precedente, anche se non proprio emozionante, il capitolo tre della saga seconda della premiata ditta Rowling-Yates ha la fisionomia di un episodio speciale, a suo modo autoconclusivo, dedicato alle relazioni tra i personaggi più che alle novità della trama, con qualche sequenza che si fisserà nelle memoria, come quella di Newt e Theseus nella prigione tedesca o il gioco delle cinque valigie nel meraviglioso panorama del Buthan.

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